La particolarità dei salumi con carne di bufalo
si trova negli ingredienti che li compongono. Il salame
di bufalo ha un sapore speziato e vivace. Possiede un
basso contenuto di colesterolo, una minima presenza di
grassi, è ricco di ferro ed altamente nutritivo.
La carne di bufalo si contraddistingue inoltre per le
sue specifiche proprietà dietetiche, infatti contiene
solo l'1,5% di grassi.
Infine, data la giovane età di macellazione dei
capi, le carni sono tenere, succose, di colore roseo,
gustose e facilmente digeribili.
Il gusto particolare della carne di bufalo la rende perfetta
come raffinato ed insolito antipasto accompagnato dai
tipici prodotti caseari campani.
VALORI NUTRIZIONALI PER 100 gr. DI PRODOTTO:
Proteine: 24
Grassi : 1,5 %
Colesterolo: 35
Calorie: 130
Ferro: 2 %
Il salame di Bufalo contiene minor calorie
della carne di pollo (152), bovino (280) ed Agnello
(241).
Quindi è particolarmente indicato nelle diete.
Il prodotto viene pesato prima della
spedizione, pertanto il suo peso potrebbe essere lievemente
inferiore o superiore da quanto indicato.
Il Salame di Bufalo viene confezionato
ogni singolo pezzo sottovuoto.
Per gustare pienamente il sapore, aprite la confezione
almeno un giorno prima.
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LA STORIA del Salame di Bufalo
Con il nome bufalo, si indica una specie bovina originaria
delle regioni tropicali dell'Africa e dell'Asia, diffusa
sia allo stato selvatico che domestico.
I bufali sono animali abituati a vivere soprattutto in
zone umide e paludose.
La penuria di fonti bibliografiche rende difficoltosa
la trattazione dell'origine e della diffusione del bufalo
in Europa e nella nostra penisola.
La presenza di questi animali in Italia può collocarsi,
in modo certo e documentabile, tra il XII e XIII secolo.
All'inizio del secondo millennio, l'allevamento bufalino
si sviluppò principalmente all'interno dei grandi
ordini monastici, i quali, durante il medioevo, operarono
attivamente nel campo agricolo e dell'allevamento.
Rendono testimonianza alcuni documenti tra cui quello
ritrovato nell'Archivio Episcopale del XII secolo, riportato
nello scritto dello storico Monsignore Alicandri della
Chiesa Metropolitana di Capua, intitolato Il mazzone nell'antichità
e nei tempi moderni.
Un'altra testimonianza si trova ne Gli Acta Imperia Seculi
XIII e XIV, da cui apprendiamo che la valutazione commerciale
del capo bufalino era superiore a quella del capo bovino.
Nel 1300 l'allevamento bufalino era una realtà
economica ben radicata nel sud Italia, nello Stato Pontificio
ed anche al di fuori del Lazio.
Intorno al 1360, a Roma, si hanno notizie di un regolamento
che disciplinava il commercio dei bufali e del cuoio bufalino.
Il disordine idrogeologico e l'impaludamento di molte
zone costiere della penisola crearono le condizioni favorevoli
alla diffusione dell'allevamento bufalino, che cominciò
la sua espansione in Campania, in Puglia, in Calabria,
nel Lazio e nelle Marche.
Nel Basso Volturno e nella Piana del Sele i bufali si
diffusero con rapidità, sfruttando pascoli non
altrimenti utilizzabili a causa delle periodiche inondazioni
dei due fiumi.
I bufali sono animali forti, resistenti alle malattie,
capaci di fornire, anche in condizioni assai difficili,
il proprio contributo al lavoro dell'uomo a costi quasi
nulli.
Nel 1600, si trovano notizie sui registri di macellazione
di animali bufalini e del loro prezzo, confermando l'uso
che si faceva in quel periodo della carne di bufala,
in genere non molto apprezzata, perché gli animali
venivano macellati in età avanzata.
La pelle del bufalo si vendeva bene a Costantinopoli
e sulle coste del nord dell'Africa, dove erano sorte
importanti industrie conciarie.
Le diverse produzioni di latte, pelle e carne erano
utilizzate differentemente nella penisola dove si praticava
l'allevamento:
" nel sud nelle zone del casertano e del salernitano,
i bufali erano allevati esclusivamente per la produzione
del latte, trasformato poi successivamente in formaggi;
" nelle zone della Toscana, le produzioni più
richieste erano la carne e la pelle.
Nel XX secolo, con l'avanzare dell'opera di bonifica,
l'allevamento bufalino vide restringere la zona di allevamento
in Campania, Lazio e Puglia.
Negli ultimi anni che si sta avendo un grosso sviluppo
per la produzione di prodotti insaccatti con carne di
bufalino.
Per ottenere delle carni tenere, succose, , gustose
e facilmente digeribili i capi devono essere macellati
in età molto giovane, massimo 15 mesi.
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